Biblioteca Labronica. Centro di documentazione e ricerca visiva. Fotografia dell'800 a Livorno
In Italia come altrove,
fiorisce una discreta
produzione di periodici
specifici sulla fotografia
e sui suoi aspetti
strettamente tecnici mentre
vi è un ritardo nei
confronti di molti altri paesi
su pubblicazioni,
ricerche e saggi intesi a
costruire una critica e
uno studio sui fenomeni
culturali legati a questo
nuovo mezzo.
Nel 1863 nasce a Milano
il primo periodico
specializzato: "La
Camera Oscura"; seguito
da il "Giornale di
Fotografia" e da "La rivista
fotografica universale
" del 1870 , cui
successivamente si
aggiungono "Il dilettante
di fotografia" di
Gioppi, il "Progresso fotografico"
e il "Bullettino
della Società Fotografica Italiana".
Il periodico più
prestigioso e raffinato vedrà la
luce all'inizio del XX
secolo a Torino sotto il
nome de "La
fotografia artistica".
LEmeroteca Storica
del comune di Livorno,
sezione decentrata della
Biblioteca Labronica,
custodisce il giornale
"Il Fotografo" edito a
Milano nel 1856; dalla
data si evince che non
si tratta di una precoce
pubblicazione di fotografia,
ma di un periodico
illustrato con litografie di
cronache e viaggi, spesso
traduzioni grafiche di
immagini fotografiche.
Sul frontespizio è
disegnata una eloquente
indicazione su uno dei
massimi utilizzi al quale
ambiva allora chi si
occupava allora di
fotografia:
l uso delle
immagini per la stampa periodica.
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Nel disegno composto da
più scene, vi sono
paesaggi esotici di terre
lontane, un fotografo con
la sua ingombrante
attrezzatura, quindi le
macchine per la stampa e
infine la distribuzione
del giornale.
Lutilizzo dei primi procedimenti
fotografici per scopi
editoriali, fu massiccio anche
se indiretto: non essendo
ancora possibile utilizzare
limmagine
fotografica come matrice per la stampa,
questa veniva prima
tradotta dai disegnatori e
litografi che ne
miglioravano laspetto correggendone
i difetti e arricchendola
di figure, e quindi data alle
stampe. A lato di alcune
immagini del giornale
"Il fotografo",
vi sono precisi riferimenti che indicano
come le litografie siano
ricavate da fotografie, con
il relativo nome del
fotografo. Già pochi anni dopo
linvenzione del
processo dagherrotipico importanti
editori inviavano gli
operatori nelle località più
rinomate per prendere
dagherrotipi da tradurre in
immagini incise. In
Italia, in questa operazione si
distinse per primo
leditore milanese Artaria tra il 1840
e il 1841. Negli ultimi
decenni del secolo XIX vi è
comunque un netto
progresso delle tecniche per
ricavare matrici da
negativi fotografici e finalmente
compare
lillustrazione tratta da fotografia, non mediata
dallabile
disegnatore, ma direttamente dal tipografo
attraverso le varie
tecniche fotomeccaniche.
Un valido editore di
manualistica riguardo la tecnica
fotografica fu
l'editore
Giusti di Livorno,
che pubblicò
opere di Vidal, Gioppi e
tra laltro fece conoscere labilità
tecnica del livornese Ugo
Bettini del quale pubblicò
varie edizioni del suo
Trattato di fotografia moderna.
Il più precoce nella
divulgazione fotografica tra gli
autori livornesi fu
Enrico Montucci che nel 1847
effettuò la traduzione
dal francese di un testo sulla
dagherrotipia.
Pagina creata il 30-06-1999, ultimo aggiornamento 15-03-2000 (
redazione).
URL: http://opacprov.comune.livorno.it/labron/vmaria/fotoli/editoria.htm