Il 1998 è l'anno bicentenario di quella spedizione napoleonica in Egitto che rilancia la centralità del Mediterraneo come grande crocevia degli scambi economici ed intellettuali europei, dopo i secoli di marginalità seguiti alla "rivoluzione atlantica". L'occasione è, dunque, opportuna per riflettere sul momento fondante di una moderna mediterraneità, che si esprime oggi in forme di particolare rilevanza, di talvolta drammatica intensità, tanto sotto il profilo dello spostamento di genti e del mutamento di frontiere, quanto dell'incontro interetnico ed interculturale che da ciò si determina. E' opportuno, dunque, riflettere sugli anni che per primi riaprirono le vie dei Mediterraneo, in una prospettiva ampia che dia risalto ai molteplici aspetti in cui questo radicale mutamento cominciò già allora a manifestarsi: nuove rotte di traffico commerciale, nuovi equilibri politici, ma anche trasformazione degli aspetti urbani e in genere dell'ambiente rivierasco, riscoperta delle nazioni "classiche" come l'Italia e la Grecia, valorizzazione della "sentimentalità" mediterranea nella incipiente stagione romantica. Inutile sottolineare quanto queste diverse dimensioni coinvolgano il territorio dell'Isola d'Elba che viene negli anni napoleonici a trovarsi al centro di straordinari rivolgimenti interni e internazionali, in uno scenario del Mediterraneo insulare totalmente sconvolto dall'occupazione di Malta e dalle vicende della Sicilia e della Corsica. L'organizzazione dei lavori riproduce le diverse sfaccettature del problema del Mediterraneo in età napoleonica.