THE SUPERNATURAL PARTE 2 VIAGGIO A MITIOTAUSICAPITOLO 1 La Porta Mark Blues e la sorella Julie non avevano conosciuto il pro-
prozio Willy, così, ora che era morto, e quel giorno c'era il funerale, non capivano nulla. Invece, la gente capiva subito che erano fratelli, anche se Mark aveva un anno di più: entrambi erano agili e alti.
Mark starnutì. Mark, sono io.
Sulla bara troneggiava in oro placcato la scritta "QUI RIPOSA IN PACE WILLY BLUES, NATO NEL 5 LUGLIO 1896, A LOS ANGELES, MORTO IL 4 AGOSTO 1998, A ROMA".
La nostra famiglia era americana, ma in un viaggio a Roma aveva deciso, per le bellezze della città, di rimanere in Italia.
Il pro-prozio era ricco, così al momento della suddivisione
dell'eredità, dette molto ai miei genitori; oltre ai soldi c'era un anello. Buffo, ma il pro-prozio diceva che fosse la porta per un altro mondo. Ci ridevo, ma quell'anello fece vivere a me ed a Julie un'av-
ventura inimmaginabile, che, evidentemente, accadde per la nostra "Maledizione Soprannaturale".
Uscendo dal cimitero, vidi un cartello con scritto "CAMPOSANTO RISALENTE AL XVII SECOLO".
-Però - dissi a Jiulie -il pro-prozio era vecchio, ma il cimitero lo supera di parecchio: risale al diciassettesimo secolo! - -E' del 1600! - disse lei. -Genio incompreso! - esclamai
Fu così che in un ossario malridotto vidi "la Porta". CAPITOLO 2 L'ApprofondimentoLa Porta era un semplice buco, a guardarlo sembrava non
finire mai. Quel giorno non sapevo che il buco fosse la famigerata Porta, ma capivo che c'era legato un mistero. Lo feci notare a Julie, e leggemmo sull'ossario.
-Cosa c'è scritto? - non capivo, doveva essere latino! Ritentò lei: -Hai trovato la Porta, ma se sbagli o non hai il KONDOR, fila via di qui! - Devo ammettere che Julie conosce molto bene il latino e lo sa
tradurre stupendemente, anche se ha tredici anni e io quattordici. -PORTA? KONDOR? - si vede che era confusa quanto me. -Devo aver tradotto male! - -Ehm, ehm, ti ricordi il libro MORONNAKESH? - mi venne
all'improvviso un lampo di genio. -Si! - -Lì, cos'èra la Porta? E il Kondor? - -Già! Il KONDOR e la Porta... - -Hai vinto il premio Nobel! - esclamai.
-Ha parlato il miglior traduttore di latino! - osservò.
La mamma, intanto, sfoggiava l'anello. Ma le sorprese non erano finite: sull'anello c'era scritto KONDOR! Ne ero sicurissimo! Comunque le chiesi:
-Mamma... cosa c'è scritto sull'anello? - ma sussurrai. Così la mamma non mi sentì. Beh? Sì che avevo paura! Però non capita tutti i giorni di vedere un romanzo di fantascienza avverarsi! Infatti, gli
eroi scoprono la Porta nel modo in cui l'avevamo scoperta noi due.
Arrivati a casa, avevo detto tutto a Julie e avevo avuto la "conferma" dalla mamma: mi aveva risposto - Certo, Mark, c'è
proprio scritto KONDOR! -.
Il giovedì aveva piovuto e venerdì faceva freddo. Meno male che era agosto! Venerdì era anche il giorno delle compere e i
genitori ci lasciavano andare tutto il giorno con gli amici, ma se pioveva, restavamo in casa, e ci affidavano al nostro fratello maggiore, Ray. Fortunatamente quel giorno era con i
suoi amici, fuori città. Voleva partire per la Corsica. Andati via loro, noi andammo al cimitero (cosa che non potevamo fare).
Adesso, scommetto che sarete voi i confusi, quindi vi spiegherò tutto:
Il KONDOR è l'anello che il pro-prozio ha dato a mamma, la chiave della Porta. La PORTA è quel buco nell'ossario, il modo di arrivare nell'altro mondo.
Arrivati, il cimitero era chiuso. Scavalcammo il cancello. Rilessi quella frase sull'ossario: "HAI TROVATO LA PORTA, MA SE SBAGLI O NON HAI IL KONDOR, FILA VIA DI QUI"
Qualcosa di freddo tentò di strozzarmi. -Noooooooo! Un mostro! - -Ma che mostro scemo! - disse Julie, ridendo -Da quando in qua sono uno di quei bestioni ?!? - e ringhiò come i mostri.
Ma un vero ringhio le fece venire la pelle d'oca... Grrrrrrrrrrrrrrrrr! Il cuore mi andava a duemila all'ora... CAPITOLO 3 Preparazione
Il ringhio si trasformò in un abbaiare, finchè... mi vidi davanti Skipper, il nostro cane. -Stupido cane che non sei altro!! - mi misi a urlare -Ci hai fatto prendere un colpo!?! - Giorgio guaì.
-Lo riportiamo a casa? - mi chiese Julie. -Cosa? Ehi, sorellina, guarda che ci stiamo poco, nell'altro mondo! - esclamai. -Mmmmmm! Ma a MORONNAKESH... - cominciò, ma la zittii.
-Eh sì! Ci metteremo tanto perchè dovremo pilotare astronavette di attacco, scoprire sarcofagi nuovi, uccidere draghi e così via, come gli eroi del libro! - Julie mi aveva stufato!
-Ma Mark, andiamo in un nuovo mondo, potrebbe accadere! - -Gli eroi di MORONNAKESH erano maggiorenni, noi siamo minorenni! Ci manderanno subito via! - la rassicurai. -Io non vengo! - esclamò lei.
Ma uno strascicare di lapidi e un puzzo di cadavere la zittii immediatamente. Guardai l'orologio digitale: le otto e mezzo di sera. Il cimitero era chiuso.
-J...Juuu...Julie, ti ricordi che dice Luca sugli zombi? - Non fece in tempo a rispondermi: aveva già infilato il Kondor nella Porta. Un fascio di luce ci investì... CAPITOLO 4 StraerroreUn formicolio mi invase, e subito dopo ci ritrovammo nel cimitero. -Uffa, non ha funzionato! - esclamai. -Si vede che non hai studiato: a MORONNAKESH gli eroi si
ritrovano nel luogo di partenza... ma nella dimensione parallela! Quindi, oltre il cancello ci sarà l'Egitto, qualche stazione di guerra interstellare... - disse Julie.
-Non è vero che non ho studiato! - protestai. Varcammo le soglie del cimitero e... ci ritrovammo sulle strade di Roma! Altro che Egitto! -Dove era l'Egitto? - le chiesi con una punta di ironia.
-Stà zitto! - mi disse freddamente. -Evidentemente abbiamo sbagliato! - dissi. -Evidentemente! - ripetè lei. -Ma, ma...! Ecco! - avevo capito lo straerrore: Julie non
aveva preso il Kondor, ma un altro anello, così la magia non aveva funzionato. Dopo averla sgridata, mi sorse un dubbio: -"Se sbagli, fila via di qui..." - ripetei le lettere in
latino dell'ossario, finchè sentii un urlo. -Aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa! - Julie urlò.-Un mostro! - Mi girai in tempo per veder... CAPITOLO 5 Arrivati
...correre un gatto. Julie si sbellicava dalle risate.
Stavo per dirgliene quattro, ma un custode ci scoprì. Fortunatamente noi stavamo già correndo verso casa. Arrivammo un minuto prima dei genitori.
Il venerdì dopo c'era nuovamente freddo, e partiti i genitori, noi ci incamminammo. -Stavolta hai portato il Kondor, no? - chiesi a Julie. Il cimitero era nuovamente chiuso, così scavalcammo il cancello.
Gettammo nel buco il Kondor, il fascio di luce ci investì e ebbi nuovamente quella sensazione di formicolio e ci ritrovammo nel cimitero. Ma stavolta, oltre il cancello
trovammo una stazione interstellare!! Stranamente non c'era nessuno. Camminammo per dieci minuti, finchè ci ritrovammo in un deserto.
Su una fontana c'era un arpione ( uno di quelli dove fai un passo avanti e ti beccano ) . Purtroppo, Julie inciampò e fece il "passo avanti". La sentii gridare... CAPITOLO 6 Il Saggio ZattaChiusi gli occhi, e... scoprii che l'arpione era una scultura di gesso. -Fiuuuu! - esclamò lei. -Mamma mia! - esclamai a mia volta.
Camminammo altri cinque minuti, finch‚ vedemmo una baracca. C'era un trentacinquenne. -Salve! - dicemmo in coro. -Diuuukerom! - rispose. -Prego? - chiesi. -Diuuukerom! - ripet‚.
-Diuuu... Keeron! Diuuukerom? - provai a ripetere. -Chamk? - domandò. -Eh? - dissi.
-Non siete di Upstream Infuocata, provincia del pianeta MITIOTAUSI? -domandò infine.
-Upstream Infuocata? No! - affermai. -Io sono il saggio Zatta. E voi? - chiese. -Io sono Mark! - mi presentai. -E io sua sorella Julie. - disse intromettendosi. -Siamo di Roma! - dissi.
-Venite dalla Terra, eh? - ci chiese. -Sì - affermai.
-Allora vi spiegherò tutto... - CAPITOLO 7 Il Racconto Del Saggio Zatta
-Nel medioevo un uomo scoprì il modo di andare sulla Luna e lo disse al re. Ma il re bocciò la sua idea, sostenendo che si viveva meglio sulla Terra. Allora l'uomo si fece una colossale banda e volò sulla Luna.
Per dieci "zetah"* di loro non si seppe più nulla. Poi tornò sulla Terra a dire a tutti... - -Scusi, ma l'uomo, quando andò sulla Luna, quanti anni aveva più o meno? - chiese Julie intromettendosi.
-Anni? Boh!?! Sò che aveva quattro zetah! - rispose. -Zetah? - chiesi. -Uhm... Voi volete il "Conto Interprimitivo Terrestre Annuale Antico" ? - chiese. -Sì... quant'è? - domandai.
-Aspetta... faccio il cambio... dunque... doveva avere circa cinquantuno pezzi del Conto Interprimitivo Annuale Antico. - -Cinquantuno più settantacinque fa centoventisei. Poi qualche
altro annetto sulla Luna e si arriva almeno a duecento... come ha potuto vivere duecento anni? - domandai stupito. -Veramente ne ha 798, ora. - disse lui. -Coosa?? - dicemmo insieme.
-Se mi fate continuare la storia ve lo dico. Dunque... dove ero rimasto? Ah, già! Allora: Per dieci zetah non si fece vedere, ma poi tornò a dire che dalla Luna si vedeva un alro pianeta ( Mitiotausi ) . Ma il
re non ne voleva sapere, di traslocare, così l'uomo rapì metà popolazione e la portò su Mititausi. Quella piccola colonia diventò Mitiotausi. Il racconto è finito. - Silenzio.
-Noi non abbiamo ancora capito come il fondatore di Mitiotausi ha vissuto 798 anni. - dissi. -Semplice, gli anelli che ruotano su Mitiotausi fanno radiazioni speciali: non fanno passare il tempo. Anch'io ho
798 anni, per esempio! - affermò lui. -Uao, ma... ma... lei... lei ne dimostra 35! - balbettai. -Beh... devo farvi una confessione... io, a 35 anni, negli anni medievali, fui uno degli aiutanti di quell'uomo che
fondò Mitiotauti -ammise -E, invecchiando, si rimane con la faccia di quando sei venuto. - -Ma allora anche noi non stiamo invecchiando! - esclamai. -Avete passato la pubertà? - ci chiese lui.
-No. - risposi. -Allora state invecchiando eccome! - ci disse. -Cosa?!? - dissi sorpreso. -Se non si supera la pubertà, le radiazioni non attraversano il corpo, e così invecchi. - ci spiegò.
-Ah! - non avevo capito. -Ehm, ehm, ci sarei anch'io! - esclamò Julie. -Ti abbiamo visto! - risposi con una punta d'ironia. -Mark, vorrei ricordarti che mamma e papà saranno tornati! - mi ricordò lei.
-Ehm, hai ragione! - esclamai. -Mi spiace, ma voi non andrete da nessuna parte. - disse a un certo punto il saggio Zatta. Come!?! - dissi stupito.
DIECI ZETAH: SETTANTACINQUE ANNICAPITOLO 8 Ad Upstream -Per uscire, dovrete dire a Point Groul una cosetta... - -Cosa? - chiesi. -Se no, non ve ne andrete. Point Groul vuole sapere dal primo
terrestre che verrà qui l'Aippontis! - -Capisco, Zatta, che tu non sappia cos'è l'Aippontis, ma chi è questo Point Groul? - chiesi. -Point Groul è il capo della città di Upstream e le altre
province, come questo deserto, Upstream Infuocata. - -Vorremmo parlarci. Dov'è, Upstream? - domandai. -A sud-est. Buon viaggio, Mark e Julie, e in bocca al lupo - -Ciao, Zatta! -
Così ci incamminammo per Upstream.
Vedemmo, dopo una lunga camminata, Upstream. -Siamo ad Upstream, no? - chiesi ad una guardia. -E voi siete terrestri? - ci chiese lui. -S...si. - risposi.
-Catturateli! Sono terrestri!! - sbraitò. -Ehi, sorellina... commentiamo dopo. Ora scappiamo! - -Non hai tutti i torti! - Ci buttammo dentro una astronavetta. Ma ci trovarono... CAPITOLO 9 Corsa PazzaJulie toccò una leva all'astronavetta e... ci sollevammo. -Brava, ora, però, io non ho la patente! - esclamai. -Guido io! - disse lei.
-Nemmeno tu c'è l'hai! - le ricordai. -E preferisco guidare io! - Pigiai un pulsante con scritto START, e partimmo. Presi il comando del "volante" (dei pulsantini con scritto
AVANTI, DIETRO, DESTRA, SINISTRA) . -Nei giochi automobilistici della Play Station me la cavo bene. - dissi. E partimmo a duemila all'ora. Seminate le guardie, guarda caso, mi accorsi di essere
arrivato al palazzo di Point Groul. Così scaraventai l'astronavetta su un muro e lo squarciai. -Informiamo i signori passeggeri che il fantastico pilota vi
ha portati a destinazione e... ma... ma Julie, dove sei? - chiesi. -Controlla su! - disse lei. Julie era finita in un gavone interno, evidentemente per il colpo.
-Ora so a che serve la cintura! - esclamo lei, buttandosi su un sedile. -Andiamo a dirne due a Point Groul! - dissi deciso. Ma due guardie ci presero.
CAPITOLO 10 Per Andare A Casa-Voi due siete terrestri: Point Groul ama i terrestri: sono gli unici che possono distruggere i nostri nemici! - ci disse una guardia.
Arrivati a Point Groul, cominciammo un colloquio. -Come vi chiamate? - disse lui. -Mark e Julie Blues. - risposi. -Ditemi l'Aippontis, vi prego! - si lagnò Point Groul. -Volentieri... ma cos'è? - chiesi.
-Una vostra arma micidiale, che secondo la profezia, solo voi potete costruire: la YOIK-YARK! Eccone un disegno! - e ci fece vedere... uno yo-yo! -Ehi, dico... Sarebbe questa la fantastica arma!?! -
-Ci potreste spiegare come si costruisce lo yoik-yark? - -Senta, signor Groul, io ne ho uno dietro! Se glielo dò, lei è capace di farne altri? - -Ma certo! -
Glielo consegnammo. Quindi, secondo gli accordi, Point Groul ci rimandò indietro. Che bella avventura! Della leggendaria città, ora, ci rimane solo un talismano: se Point Groul avrà
bisogno di noi, ci andremo in un attimo, a Mitiotausi!! DAL DIARIO DI Mark Blues, 27-8-1998La nostra "Maledizione Soprannaturale" ha nuovamente
colpito! Stavolta, però, solo io e Julie ne siamo rimasti sottomessi! Ieri ne ho parlato con Luca, Anna e
Giacomo: il commento di Luca
è stato -Beati voi! Siete stati ringraziati
da un alieno che fa glu glu! - Secondo voi
lo fa apposta, lo stupido? E tutti si sono anche messi a
ridere! Non doveva farlo! La "Maledizione
Soprannaturale" ci potrebbe far finire in guai
seri! E pensate un pò?
A Mitiotausi ci siamo stati almeno due giorni, e invece sulla Terra sono passate solo due ore! Il viaggio
c'è costato solo una sgridata dai genitori...
-Mark, stai facendo i compiti? - chiese la mamma improvvisamente.
-Ehm... sì, mamma! - risposi. -Non ci credo! Ora vengo a vedere! - rispose.
... Caro diario, a domani!
scrissi per ultimo, sotterrandolo con i quaderni dei compiti all'istante. |