Comune di Livorno Biblioteca Labronica
 
Il Vuoto Infinito

Una nave stava percorrendo a gran velocità un breve tratto di mare, era inseguita da molti aerei.
La fuga si dimostrò del tutto inutile; il 23 Agosto dell'anno 2110 Franck Requiem dittatore dell'Australia, che aveva dato inizio, con la guerra contro gli U.S.A.
al terzo conflitto mondiale, moriva mentre cercava di scappare in nave da una intera flotta di aerei americani.
Fu ucciso da una bomba lanciata da un aviatore...

Il vuoto?... Mi trovo nel vuoto più assoluto.
Credo che lo spazio in cui sono sia infinito; infinito e vuoto.
La luce fa che lo spazio in cui mi trovo non sia scuro.
Sono rinchiuso in un infinito spazio bianco.
Perché?
Sono forse morto?
Credevo che l'aldilà fosse diverso, questa stanza infinita è terribile, peggio dell'inferno, avrei preferito che ci fosse stato davvero, qua rischierò di impazzire!
Perché è andata così?
Il mondo intero aveva paura di me e della mia Australia, eppure...

Sto diventando come certe persone anziane, non ho altro che i miei ricordi, non posso far altro che ricordare in questa stanza vuota.
Ho perso il senso del tempo, mi sembra di aver passato in questa stanza centinaia di anni ma posso anche sbagliarmi, forse sono in questo maledetto vuoto da meno di un mese...
Io sto impazzendo, vorrei scomparire nel nulla, la noia mi farà uscire di senno, ho paura, non voglio che questo accada...

Cerco di trovare un uscita da questo spazio senza fine, ma è tutto inutile.
Vorrei sbattere la testa su un muro, ma il muro non c'è e non ho più neppure una testa, in effetti non ho neanche un corpo però credo di riuscire comunque a muovermi in questo spazio, almeno quando mi sforzo di farlo mi sembra di avvertire una vaga sensazione di movimento o forse è solo una mia impressione e in realtà sono fermo.
Mi metto a urlare o almeno mi sembra di urlare, continuo finche' non ho più voce (se ho ancora una voce).
Forse questo è solo un sogno, certi sogni non si ricordano e nei sogni si perde il concetto del tempo, forse io sono una parte di me stesso che non serve quando si sogna ed è rinchiusa nel vuoto mentre dormo.
Forse io ora sono...

- Lei questa volta è stato davvero geniale mio signore...-
Disse l'avvocato.
Il signore con il mantello nero annuì: - Si, ritengo questa mia idea davvero originale. Sei sicuro che non avrò problemi? - chiese.
L'avvocato sorrise - Capisco, allude a quello... Ma stia tranquillo, "Il signore del piano di sopra" non si arrabbierà, certo abbiamo commesso delle cose un po' irregolari, ma quel dittatore non poteva essere punito come tutti gli altri... E' una persona speciale e come tale va trattata.
E poi se non andasse così ci sarò sempre io a difenderla...
Il signore col mantello nero assunse un aria pensierosa, l'avvocato accortosene prudentemente cercò di cambiare discorso:
- Però... Però... Non per essere offensivo con Lei ma non crede che dopo un certo tempo sarebbe meglio, anche per non rischiare una causa, tirarlo fuori e trattarlo come una qualsiasi persona che viene qua?
Anche perché se lo lasciassimo in quel posto; dopo la crisi dovuta alla noia... Impazzito non soffrirebbe più! -
Il diavolo rise: - Tranquillo mio avvocato, naturalmente l'avevo già previsto; appena prima che impazzisca in quello spazio vuoto, lo porteremo all'inferno. -
L'avvocato del diavolo sospirò di sollievo.

Scritta da Elena Pollastri.

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