Quel cavallo era stato promesso a chi avrebbe fatto tornare l'acqua a scorrere nel letto del Vecchio Fiume. Lui aspettava da anni il
momento per diventare un eroe e questa forse stava per diventare la sua storia. Il cavallo già era un eroe. Era un cavallo magico, parlante, bianco come la neve e con una criniera che sembrava tessuta con fili
d'argento. I patti erano chiari. Occorreva lealtà, il tempo a disposizione era l'intervallo tra un alba e quella del giorno successivo. Ultima cosa ma non meno importante: una sola mente, due sole braccia dovevano
risolvere il problema della secca del Vecchio Fiume. Perché uno solo era l'uomo che avrebbe cavalcato il cavallo parlante. D'altro canto, lui fu l'unico a farsi avanti nel corso della lettura della pergamena, nella
piazza più grande del paese. Così fu. All'alba del giorno seguente, con partenza dal pozzo, ormai anch'esso secco, ebbe inizio l'avventura di Mengot, giovane avventuriero che sognava di cavalcare il cavallo parlante.
Testo di Maurizio Roveri |