Lungopiedo era uno gnomo che mangiava i fiori. Era golosissimo. Mangiava insalate di rose e margherite, spaghetti con le orchidee,
panini ai ciclamini e beveva almeno tre spremute di petali di garofani al giorno. A Prato Sei Pini, il posto dove viveva assieme al suo popolo e alla sua famiglia, era stimato da tutti e tutti lo amavano. Questa sua
specie di malattia però stava creando dei problemi. Gli innamorati non sapevano più dove raccogliere i fiori per i compleanni delle loro fidanzate. Non si sapeva come fare ad adornare la chiesa di Prato Sei Pini per
matrimoni e funerali, perché c'erano soltanto lunghi gambi privi di fiore in tutta la zona vicina. Gli insetti non sapevano più dove cercare il nettare. Lungopiedo era disperato. Cortagamba, sua moglie non riusciva ad
aiutarlo. Anche Nasogrosso, il sindaco di Prato Sei Pini, amico d'infanzia di Lungopiedo, non riusciva a trovare la soluzione al problema. Ma un giorno, proprio mentre Lungopiedo stava rosicchiando l'ultimo ciuffetto di
petali di un geranio... Testo di Maurizio Roveri |