Comune di Livorno Biblioteca Labronica
 
14-18 Anni: Viaggio Verso L'Ignoto

Jenny non stava più nella pelle.
A partire dal giorno in cui aveva ricevuto la notizia del suo reclutamento dormiva poco, mangiava ancora di meno ma soprattutto si era preparata con grande diligenza. Non era stato facile, per una ragazza nata e cresciuta in uno dei quartieri più poveri della città sotterranea, affermarsi nel mondo dell'ingegneria spazio-temporale.
Eppure, dopo anni ed anni di duro studio ce l'aveva fatta. Senza alcuna raccomandazione, bensì soltanto facendo valere le sue conoscenze nel campo, era stata selezionata per la prima missione spazio-temporale.
A differenza di molti dei suoi colleghi, Jenny era felicissima di sperimentare per prima quella stupenda invenzione. Si trattava di una macchina in grado di trasferire nello spazio o nel tempo chiunque si sedesse al suo interno. La sperimentazione era stata lunga e non priva di inconvenienti: una scimmia spappolata, tre gatti completamente volatilizzati ed un cane con la testa mozzata erano il macabro bollettino dei primi viaggi.
Alla fine però, dopo varie modifiche al propulsore atomico, si era riusciti a "spedire" gli animali senza alcun problema. L'unico inconveniente era rappresentato dalla impossibilità di stabilire con precisione dove, nel tempo e nello spazio, sarebbe stato inviato il passeggero della macchina. Si potevano però fare delle supposizioni: secondo attenti studi statistici che tenevano conto dell'anzianità del nostro pianeta, esisteva circa il 70% di probabilità di ritrovarsi nel passato.
Jenny conosceva a memoria tali studi e si era preparata al peggio. Essere catapultati in un'epoca passata ed inserirsi o farsi accettare dalle persone che la vivevano non era certo cosa semplice. Bisognava prepararsi adeguatamente.
Nei mesi precedenti alla data fissata per la partenza Jenny aveva seguito un programma di "ambientamento" particolare. Essendo molto probabile che la ragazza venisse a trovarsi in un epoca passata, si era agito in modo da rendere il suo aspetto più aderente possibile al periodo storico che l'avrebbe accolta.
Si era così tenuto conto della scarsa igiene delle popolazioni dell'età medievale: Jenny era stata costretta a non lavarsi i capelli per mesi, i denti erano stati ingialliti artificialmente, i vestiti sporcati e macchiati con carbon fossile, le unghie delle mani annerite e spezzate. Era stata vaccinata contro circa 350 delle malattie più diffuse.
Molta cura era stata poi dedicata alla preparazione olfattiva. L'odorato, se non adeguatamente abituato ai fetori e alla grande concentrazione di ossigeno dell'aria avrebbe probabilmente subito uno shock.
Infine ci si era dedicati all'aspetto linguistico. Jenny si era dovuta sorbire 12 ore il giorno di studio dei principali idiomi medievali e antichi: latino, greco, francese e inglese arcaici, più tutta una serie di dialetti e lingue stranissime erano entrate a far parte del suo vocabolario. Per ogni eventualità li era stato impiantato nell'orecchio un traduttore simultaneo, capace di comprendere e tradurre in inglese moderno oltre 200mila lingue e dialetti antichi.
Insomma dopo tanta fatica e sofferenza era finalmente pronta. Seduta all'interno della macchina temporale stringeva i denti ed ascoltava il conto alla rovescia; il sogno di una vita stava coronandosi.
Cosa la attendeva di lì a pochi minuti? Il passato, pieno di pericoli ma pur sempre prevedibile oppure il futuro molto più pericoloso proprio perché sconosciuto?...

Testo di Francesco Mencacci

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