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Bogghib era uno Gnomo abbastanza giovane: infatti aveva solo quattrocentocinquantaquattro anni. Si ricordava che, quando era bambino, gli Gnomi come lui erano molti di più di oggi. Quei tempi erano divertenti ed insieme ai suoi amici Gnomi passava le giornate a mangiare miele ed a bere succo di mirtilli, a correre sulle colline e giocare alla battaglia con le nocciole. Purtroppo, con il passare del tempo gli Gnomi erano pian piano diminuiti di numero. E adesso, nella Grande Foresta, Bogghib viveva ormai da solo.
A dir la verità, non viveva neanche più in una "grande foresta" perché gli Umani se ne erano mangiata un bel po' con le loro gigantesche ruspe. Non solo non c'erano più Gnomi, ma neanche lupi, e castori, e persino alcune specie di piante erano sparite. Se aveste visto Bogghib sedere da solo, per ore, su un fungo guardando gli alberi, avreste sicuramente pensato che fosse molto infelice e che stesse per cominciare a piangere; ma, come saprete sicuramente, gli Gnomi non possono piangere e non possono neanche essere troppo infelici, perché sono nati dalle risate di Madre Natura: ma non credete che sia ancora più brutto avere ottimi motivi per piangere e non riuscirci?!
Quel giorno Bogghib si era avvicinato al confine della foresta, verso la grande strada costruita dagli uomini. Una di quelle cose con le ruote nere, che aveva sentito chiamare automobili, si fermò a qualche metro da lui. Ne uscirono un Umano (anzi, un'Umana, perché era una donna), e due bambini.
- "Vedete come è bello, qui!?" - disse la donna ai bambini.
Bogghib sapeva benissimo quanto fosse bella la foresta, e quanti segreti ancora custodisse, nonostante gli attacchi degli Umani. Quei tre senzabarba (poteva ben dirlo, lui, che aveva più centimetri di barba che non d'altezza!) cominciavano a piacergli...

Così continua Matteo Favilla

Così continuano Sara Sacchini, Valentina Mengozzi, Adriana Borrelli, Susanna Balzini

Così continuano Giuseppe Creanza, Andrea Santoni, Romeo Sebastiano, Diego Zarrella, Andrea Crescenzi, Leandro Galgani

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