Comune di Livorno Biblioteca Labronica
 
14-18 Anni: L'Orrore tra i Ghiacci

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Testo di Massimiliano Roveri

Morgenstern avanzò faticosamente verso la parete rocciosa. Ogni respiro era una pugnalata, a causa del freddo spaventoso.
Era tra coloro che avevano subito il fascino del nord. E stava cercando di raggiungere il Polo... Sempre ammesso che fosse possibile!
Stava risalendo da settimane la Groenlandia. Erano partiti in venti, adesso rimaneva lui, da solo, con una slitta, tre soli cani e pochissimo materiale. Tempeste di quell'intensità erano insulti al concetto di umanità e di progresso: era la Natura l'unico padrone di quelle distese d'acqua arida.
Quella parete di roccia, altissima, impressionante, sembrava poter offrire un qualche tipo di rifugio.
Con un ultimo disperato sforzo di volontà Morgenstern percorse i pochi chilometri che lo separavano dalle pendici. I cani, stranamente, cominciarono a guaire e a scartare, come se, pazzi, preferissero rimanere preda della tormenta piuttosto che tentare la sorte in cerca di riparo, in cerca della sopravvivenza.
Un cane riuscì a fuggire, con gli altri due, lentamente, Morgenstern si avvicinò alla parete. Non era una montagna. Sembravano le pendici di un altopiano, o le mura di una città, se fosse potuta esistere una città di ciclopi.
Il vento e la neve sembravano non toccare la roccia nera, di un nero malsano e lucido che sembrava più gelido del ghiaccio.
Quando ormai il muro dei giganti era a sole alcune decine di metri, Morgenstern li vide.
Vide centinaia e centinaia di volti, scolpiti sulla pietra. Centinaia di volti urlanti e sconvolti, che sembravano aver ingoiato il vento e la bufera.
Un silenzio impressionante regnava su quella scena da Cocito. E poi, da uno dei volti più in basso, da quella gola che urlava in silenzio, apparve la cosa...

Leggi la StoriaCosì continua Matteo Petrini

Leggi la StoriaCosì continua Martina Sacconi

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